sabato 15 dicembre 2007

Ecco alcune considerazioni a lato delle applicazioni del modello qualità web MINERVA

Un messaggio che ho postato alla lista musei-it@musei-it.net e che avrebbe voluto lanciare una discussione...

-----Messaggio originale-----
Da: Buzzanca Giancarlo
Inviato: gio 13/12/2007 21.07
A: musei-it@musei-it.net
Oggetto: Ecco alcune considerazioni a lato delle applicazioni del modello qualità web MINERVA

Estremamente interessante e documentato l'intervento di Pierluigi Feliciati. D'altra parte da un punto di vista quantitativo nessuno potrà mai disconoscere un lavoro capillare e intenso da parte dei soggetti rappresentati.

(continua nei commenti dove posterò, appena possibile una sintesi dell'intervento cui rispondevo)

1 commento:

informaticaapplicata ha detto...

Ma non sfugge a nessuno come tra elencazioni di numeri e qualità reali ci sia talvolta una distanza che è dovuta a numerosi fattori.
(...)

Facendo un passo indietro la questione posta nel topic iniziale mi pare fosse più che altro rivolta ad una verifica di qualità e la qualità stessa è componente essenziale del progetto Minerva.
Anzi ne è il vero proprio fiore all'occhiello ed il marchio distintivo.
Allora qualità significa molte cose. Attenzione ai contenuti, alla organizzazione, alle caratteristiche formali dei layout e della comunicazione in genere che segueno leggi precise e ben note, agli strumenti tecnici utilizzati (e quindi alla coerenza rispetto agli standard universalmente riconosciuti). In tutto questo complesso di cose i costi (sostenuti nella progettazione degli strumenti e nella effettiva applicazione di questi) sono un elemento non irrilevante.
Se volessimo fare inopportune analogie in fondo ci siamo trovati (ci perchè ero parte del progetto prima di un suo naturale restringimento ad un gruppo operativo ridotto) a lavorare in condizioni analoghe a quelle di Gropius nel Bauhaus: debbo introdurre elementi di ripetitiva ed accessibile (economicamente) qualità per garantire condizioni minime di decente abitazione e nel contempo non posso tirarmi indietro da un uso
"sociale" della forma. Forma=funzione=bellezza.
Sembra un bignami (dieci parole per descrivere un secolo) ma spero sia accettabile questa enunciazione.
Tornando al discorso iniziale, quindi, la qualità dell' intervento è data, tra l'altro, da:
1) coerenza dei contenuti rispetto ai contenuti dell'"oggetto" che rappresento (so bene che nel manuale usiamo altre definizioni ma in
questo contesto andrebbero spiegate...);
2) capacità di usare il lessico della comunicazione formale per veicolare contenuti giusti e verificati;
3) economia di scala ed economia di applicazione. Debbo essere messo in grado di produrre attraverso strumenti standard che tali sono perchè stabili, verificati, accettati da una opportuna comunità di sviluppatori etc...
4) attenzione ai costi ovvero debbo essere in grado di produrre applicazioni (siti) attraverso strumenti standard e economicamente sostenibili.

Quindi le cosiddette comunità di pratica e la discussione sulle attività svolte deve essere parte assolutamente integrale del processo.
E ciascuna discussione affrontata potrebbe anche portare alla messa in crisi del modello, anzi del prodotto proposto. Cosa intendo dire?
La realtà in cui, in fondo, sino a ora si è mosso il progetto è una realtà ministeriale (almeno come bacino d'utenza privilegiato) e quindi una realtà in qualche maniera particolare.
Particolare perchè i meccanismi di finanziamento e di spesa seguono regole precise, particolare perchè la valorizzazione delle risorse interne segue politiche talvolta incomprensibili.
Particolare, infine, perchè comunque molto facilmente raggiungibile (mi basta una lettera circolare...) e molto facilmente e gerarchicamente organizzabile. So bene che non è così in assoluto ma intendo dire che in fondo la comunità (i possibili applicatori) sono già individuati e preselezionati.
Una discussione aperta parte da altre basi. Non servono numeri, non servono elenchi di applicazioni, non servono autoapprezzamenti.
Serve, piuttosto, la modestia di chi sa di essere in costruzione, in ogni caso, di un qualcosa e quindi di chi sa che, per motivi diversi, potrebbe anche scoprire che una o più facce del suo operare sono da verificare, da discutere e magari da cambiare al 100%.
E' sacrosanto, come dice Feliciati che "Insomma, spesso le risposte sul Web ci sono già, basta sapere usare bene la rete e saper cercare e selezionare le risorse informative.. " ma è talmente vero che statistiche (reali, non parlo certo del numero bruto) sugli accessi, rintracciabilità dai motori di ricerca, comportamento degli utenti nel sito (pagine d'accesso, d'uscita, pagine sfogliate etc...) costituiscono parte integrante del processo di verifica e discussione dell'operato e della qualità di un progetto o di una applicazione.
Le risposte informative, è vero, si possono trarre dalla rete ma è la rete stessa (in senso lato) a fornire talvolta risposte e indicazioni.
Quindi sarebbe addirittura stimolare una discussione a questo interno fornendo non liste ma numeri, impegni economici, risultati, ragionamenti sugli utenti (qualità e quantità) etc...

Giacchè non posso risparmiarmi battute polemiche (ne va del mio personaggio) mi son trovato a vedere, recentemente un costosissimo sito relativo ad un progetto museale e a ipotizzare (tramite alcuni strumenti di misurazione presenti in rete) un posizionamento ai gradini più bassi del traffico (stimabile). In questo caso direi che il progetto ha qualcosa che non funziona se ha così pochi utenti. Pesantezza di realizzazioni nell'omnipresente flash (uhm mi viene in mente qualcosa a proposito della accessibilià....? Navigazione errata? Eccesso di rappresentazione grafica rispetto ai contenuti?
La qualità di quel sito in questo caso con quali strumenti la valutiamo?
Qualità è raggiungimento di un obiettivo, in questo caso la "rappresentazione" del lavoro?

Ma perchè, addirittura, non discuterne in uno degli strumenti di cui il Ministero dispone o disporrà favorendo al contario la presenza di liste come questa che, per lo più, mi paiono formate da persone attente competenti e appassionate?

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Giancarlo Buzzanca
Webmaster

 
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